Al funerale di zia Stana

Giovedì 11 aprile 2024 dalle ore 18:30

Slađana Nina Perković, ospite della diciassettesima edizione di "Incroci di civiltà" Festival Internazionale di Letteratura organizzato da Università Ca' Foscari Venezia, in collaborazione con Comune di Venezia e Fondazione di Venezia.

Scrittrice e giornalista proveniente dalla Bosnia-Erzegovina, è autrice del romanzo "Al funerale di zia Stana" appena uscito  con Voland Edizioni che avremo l'onore di presentare in Libreria insieme a Valerio Di Donato e alla traduttrice  Marijana Puljic.

Nata a Banja Luka nel 1981, SLAĐANA NINA PERKOVIĆ ha lavorato come corrispondente per i media nell’ex Jugoslavia e i suoi articoli sono apparsi anche su molti organi di stampa europei. Ha pubblicato la raccolta di racconti "Kuhanje" [Cucinare] e il romanzo "Il funerale di zia Stana" (titolo originale "U jarku") – già uscito in Francia e in fase di traduzione in Bulgaria e Germania – insignito di una menzione speciale dal Premio dell’Unione Europea per la letteratura EU Prize for Literature.

Valerio Di Donato  ha svolto la maggior parte della sua attività professionale come giornalista al «Giornale di Brescia», addetto alle pagine di politica interna e estera negli anni, ha sviluppato una documentata e sensibile attenzione alla delicata questione del «confine orientale», narrando e approfondendo le varie sfaccettature della dissoluzione della ex Jugoslavia e la costituzione delle nuove repubbliche, fondate sulle regole della democrazia, ma fortemente permeate dal nazionalismo.

Una giovane donna sulla trentina, rassegnata ai propri fallimenti e con la sola passione per le serie poliziesche, viene costretta dalla madre a raggiungere un remoto villaggio per partecipare al funerale di zia Stana, morta soffocata da un pezzo di pollo. L’improvvisa dipartita della zia rischia di mandare a monte la vendita della casa e del terreno di famiglia e catapulta la ragazza in una serie di situazioni folli e grottesche, tra strade di campagna melmose, tentativi di suicidio, infermiere furiose, poliziotti indolenti e scorte segrete di alcol… Una rocambolesca cronaca familiare che è anche il ritratto tagliente e critico della società bosniaca del dopoguerra.